Internet, elemento simbolo del nostro secolo, è uno strumento dalle immense potenzialità alle quali corrispondono, naturalmente, altrettante criticità. La rete ci offre la possibilità di essere dovunque in qualunque momento, di viaggiare comodamente seduti sulla poltrona di casa, di partecipare a eventi distanti migliaia di km e di condividere pensieri, immagini, video con centinaia di utenti sparsi in tutto il mondo.
Le brutture di un sistema che pone illusoriamente chiunque sullo stesso piano e in potenza di agire indisturbati su un panorama a scala mondiale sono, però, dietro l’angolo. Sì, perché le trappole del web sono molteplici e alcune persino mortali.
Quante volte ci siamo chiesti chi e perché si celi dietro profili di dubbia autenticità? Quante volte ci è capitato di chiacchierare con utenti sconosciuti scambiando innocentemente informazioni personali che verranno strumentalizzate chissà come? Quante volte ci siamo fidati della persona sbagliata?
Indagini di questo tipo sono, a oggi, affidate alla polizia postale e a quelli che si definiscono “hacker bianchi”, profondi conoscitori della rete che ne esaminano i meandri più bui alla ricerca di risposte e criminali. E hacker bianco è anche Francesco Saccente, cameraman e scrittore che sta riscuotendo un discreto successo con una trilogia cyber-thriller dalle tinte pulp: l’ultimo capitolo, “Download finale”, è stato presentato sabato 29 luglio a Piazza dei Martiri, in un evento prodotto dalla collaborazione di Palazzo Romano Eventi, Pizzeria “Al Castello” e Arci Lebowski. A moderare l’incontro con Saccente e la psichiatra Maria Pina Santoro, il giornalista Tommaso Forte, che ha diretto il dibattito verso l’attualizzazione e i risvolti sociali della digitalizzazione che ha fagocitato tutti, senza distinzioni.
Prezioso il contributo della Santoro che ha offerto una lucida analisi del vivere quotidiano fra irresponsabilità genitoriale e mancato controllo, e necessità di evasione e ricerca di relazioni facili e non problematiche da parte degli adolescenti che si rifugiano sempre più nelle pieghe dei social network e sono, perciò, i più esposti al pericolo proveniente dal web. Che fare allora?
Internet è il presente e il futuro della nostra società - che ci piaccia o meno - e vietarlo ai nostri adolescenti non avrebbe alcun senso: uno scoglio non può arginare il mare. Sarebbe ben più proficuo responsabilizzarli, metterli in guardia dalle trappole e promuovere un uso cosciente e informato dello strumento.
Per chi invece desidera saperne di più sulle insidie del web e lasciarsi coinvolgere in una storia avvincente ricca di suspence e colpi di scena, la trilogia di Saccente vi aspetta!
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Mi auguro che non siano per i soliti raccomandati……