Venerdì 22 maggio presso il Circolo Unione, Giuseppe Mastromarino ha presentato il suo libro, “G. Semeria e G. Minozzi: due grandi cappellani nella Grande Guerra”, in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia.
L’appuntamento ha aperto le tre giornate di memoria “onoriamo i caduti, costruiamo la Pace” organizzate dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione Regionale Bersaglieri.
Il dibattito, aperto dai saluti del presidente del Circolo, è poi proseguito con l’introduzione storica del professor Gaetano Morese, che ha ampiamente illustrato la situazione antecedente il conflitto, le premesse, le cause scatenanti e tutte le peculiarità e innovazioni tecnologiche che ne hanno reso possibile l’espansione a un numero di stati mai prima di allora così elevato.
Mai prima di allora, inoltre, si erano date le condizioni per cui ogni singola battaglia potesse trasformarsi in una carneficina di proporzioni spaventose, arrivando addirittura a influire sulle sorti della popolazione civile, connessa in maniera diretta o indiretta con lo sforzo bellico e con la produzione di armamenti. Un’intera generazione fu decimata in uno dei più grandi massacri della storia mentre l’Europa tutta ne uscì economicamente e moralmente stremata, avendo dissipato in esso tutte le sue migliori potenzialità.
Nel contesto del logoramento delle truppe in trincea e del sacrificio di civili inermi e soldati inesperti, due grandi cappellani quali padre Minozzi e padre Semeria decisero di dedicare tutta la propria vita alle vittime e agli orfani di guerra, dando vita ad un progetto attraverso cui cercarono di alleviare le immani sofferenze di coloro i quali, in maniera del tutto inconsapevole, si ritrovarono schiacciati dai meccanismi della storia e dall’insensatezza della violenza.
Fu così che nacquero le circa cinquecento “Case del Soldato”, la cui finalità principale era quella di fornire sostegno morale, conforto materiale, educativo, di promozione dell’alfabetizzazione e di assistenza a chi era costretto a vivere in prima persona l’atrocità della guerra.
L’istituzione dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia testimonia invece lo sviluppo sociale del progetto di padre Minozzi e padre Semeria, che ritennero opportuno agire, a guerra conclusa, a favore di tutti gli orfani che la Grande Guerra aveva prodotto.
Il libro di Giuseppe Mastromarino elabora e propone al lettore una storia spesso sconosciuta, ma che rappresenta una memoria inedita di grandi opere di assistenza e vicinanza all’uomo in un periodo durante il quale la compassione umana non poteva trovare lo spazio che merita, aiutandoci a comprendere il valore della pace come termine fondamentale di giustizia e a riflettere sulla follia della guerra e sull’insensatezza della violenza.
Così il ricordo diventa strumento per riconoscere gli errori del passato e mezzo attraverso il quale evitare di ripercorrere la strada dell’odio, della violenza e dell’irrazionalità e il sangue di quanti perirono in guerra non sarà stato versato invano. [foto Mario Di Giuseppe]
ULTIMI COMMENTI
- È IN EDICOLA IL NUOVO NUM...
Ma se a Gioia dopo incidenti con macchina e moto (senza... - Al via la V edizione del ...
Almeno alla premiazione, Mastrangelo avrebbe potuto ind... - È IN EDICOLA IL NUOVO NUM...
Ha ragione Giovanni Addabbo. A gioia il sindaco sa solo... - È IN EDICOLA IL NUOVO NUM...
I bombaroli non li fermano i sindaci, bensì una legge c... - È IN EDICOLA IL NUOVO NUM...
Buongiorno, e non sarebbe il caso di convocare un consi... - È IN EDICOLA IL NUOVO NUM...
Ormai alle bombe siamon arrivati! E Mastrangelo e Gallo... - Convocato il Consiglio Co...
Bravo Rabbrivido. E non si è mai neanche sentito parlar... - Convocato il Consiglio Co...
Falcone e Borsellino si staranno rivoltando nelle bare!... - Convocato il Consiglio Co...
Buongiorno, ma veramente questi dell'opposizione non ha... - CONCORSO PUBBLICO PER 4 V...
Mi auguro che non siano per i soliti raccomandati……